Saturday, April 02, 2016

Profezie e resa dei conti

Ad esempio: ogni tanto qualche folle le cose le dice per tempo, ma si sa, l'immaginazione di pazzi e poeti da forma a tali fantasie che la ragione non può [vuole] comprendere.
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P. P. P. - 1971

"Sana’a è una vera grande città medievale […] rimasta tutta intera esattamente come era molti secoli fa. Caso ormai forse unico al mondo. Non avendo subito mai nessuna contaminazione con nessun mondo diverso, e tanto meno con il mondo moderno, radicalmente diverso, la sua bellezza ha una forma di perfezione irreale, quasi eccessiva ed esaltante. […] La classe dirigente yemenita se ne vergogna, perché è povera e sporca, e certo ha ormai tacitamente deciso la sua distruzione. 
Ormai, del resto, la distruzione del mondo antico, ossia del mondo reale, è in atto dappertutto. L’irrealtà dilaga attraverso la speculazione edilizia del neocapitalismo. Al posto dell’Italia bella e umana, anche se povera, c’è ormai qualcosa di indefinibile che chiamare brutto è poco. […] Per l’Italia è finita, ma lo Yemen può essere ancora interamente salvato. La porta principale di Sana’a si apre sui luoghi dove fino a pochi mesi fa, isolate nella vallata desertica, sorgevano le sue stupende mura. Ci rivolgiamo all’UNESCO perché aiuti lo Yemen a salvarsi dalla sua distruzione, cominciata con la distruzione delle mura di Sana’a. Ci rivolgiamo all’UNESCO perché aiuti lo Yemen ad avere coscienza della sua identità e del paese prezioso che esso è. Ci rivolgiamo all’UNESCO perché contribuisca a fermare una miseranda speculazione in un paese dove nessuno la denuncia. Ci rivolgiamo all’UNIESCO perché trovi la possibilità di dare a questa nuova nazione la coscienza di essere un bene comune dell’umanità e di dover proteggersi per restarlo. Ci rivolgiamo all’UNESCO perché intervenga, finché è in tempo, a convincere una ancora ingenua classe dirigente che la sola ricchezza dello Yemen è la sua bellezza, e conservare tale bellezza significa oltretutto possedere una risorsa economica che non costa nulla; e che lo Yemen è in tempo a non commettere gli errori commessi dagli altri paesi. Ci rivolgiamo all’UNESCO in nome della vera, seppur ancora inespressa, volontà del popolo yemenita. In nome degli uomini semplici che la povertà ha mantenuto puri. In nome della grazia dei secoli oscuri. In nome della scandalosa forza rivoluzionaria del passato."



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